Ci furant sa terra. Terna tzerriat, s’Italia fait

La mattina di ieri 20 Novembre ha di nuovo rivelato l’Italia per quella che è, uno stato colonizzatore.

5 mesi fa è nata “Sa furríada de Is olias” un presidio nato per difendere un terreno dall’esproprio coattivo dell’azienda Terna. Il proprietario del terreno, Gianluca, ha chiesto aiuto perché non aveva intenzione di vendere la sua terra. Allora da ogni angolo della Sardegna sono accorse centinaia di persone per piantare gli alberi distrutti dall’azienda Terna SPA che necessitava di quei terreni per costruire il thyrrhenian link, progetto di devastazione ambientale senza precedenti legato a quello che è il progetto speculativo in atto nella nostra Terra.

Presto il presidio è diventato un luogo di arte e di scambio, quel terreno che voleva rinascere è diventato simbolo della lotta per quei sardi e sarde, che non obbediscono alla prepotenza dello stato italiano, contro l’indifferenza della regione e dei consigli comunali, che di fronte agli ordini dello stato e delle grandi aziende abbassano la testa e chiudono la bocca dimostrando l’incapacità di saper gestire il proprio territorio e le voci della propria gente.

Ieri dunque è avvenuto lo sgombero, uno sgombero di una violenza senza pari. Un dispiegamento enorme di mezzi di polizia, la presenza addirittura di compagnie di carabinieri in assetto mimetico, una vera e propria azione di reazione e di operazione militare classica di uno stato militarizzato e di un territorio occupato.

La violenza perpetuata dalle forze dell’ordine e dalle forze armate si è manifestata anche questa volta con minacce e umiliazioni, minacce anche ai nostri militanti lì presenti il pomeriggio al presidio sulla SP93 e umiliazione a non poter muoversi liberamente nella propria terra e a sentirsi dire “che comunque siamo solidali”.

Il presidio degli Ulivi è stato un simbolo della nostra resistenza. Questo esproprio significa per noi soltanto l’inizio di qualcosa di più grande. Ogni violenza dello stato Italiano verso i sardi verrà restituita, la terra è nostra, il mare è nostro, il vento è nostro, l’energia dev’essere nostra.
Non indietreggeremo di un passo.

RESISTENTZIA! LIBERATZIONI! INDIPENDENTZIA!