L’otto marzo – lotto sempre

L’otto marzo, ma lotto sempre

“Perché lottare? Perché lottare, volendo una società migliore, se per alcuni il patriarcato nemmeno esiste? Perché continuare a credere di poter cambiare questo sistema se ci sono tanti indifferenti?”
Ma noi, per cosa lottiamo?
Queste sono le domande che spesso ci poniamo: la lotta transfemminista si è radicata ormai per molti in un concetto di disuguaglianza, e ciò si potrebbe reputare vile – per pura paura di un qualsiasi tipo di sovrasto di una delle due parti. Noi siamo qui, militanti ogni giorno per cambiare questa visione: quando si parla di femminismo si discute di emancipazione femminile di qualsiasi tipo e pari diritti nei rapporti civili, economici, giuridici e politici – di cui tutte le lacune sono spesso alla base del patriarcato. Ma cosa si intende per patriarcato? E perché è cambiato col tempo – così da portersi definire invisibile o comunque più sottile?
In sociologia “il patriarcato è un sistema sociale in cui gli uomini (particolarmente quelli anziani) detengono in via esclusiva il potere nella società, tanto nella sfera domestica, quanto in quella pubblica, in termini dunque di leadership politica, autorità morale, privilegio sociale e controllo della proprietà privata.”
C’è da ammettere che anche se ora come ora il patriarcato sembri invisibile (come dicono molti – in quanto le lotte transfemminste hanno raggiunto la maggior parte dei loro obbiettivi -) è comunque radicato nella nostra società: non potremmo mai dire che, avendo il diritto di voto dal 10 marzo del 46, dovremmo accontentarci!
Noi lottiamo per un sistema paritario, che riesca a sradicare questa natura patriarcale.
La lotta continua ancora e continuerà sempre fin quando non raggiungeremo l’uguaglianza sistematica e fin quando anche gli indifferenti ammetteranno il valore di essa, dei suoi traguardi e dei suoi obbiettivi.