103 anni sono passati dall’esperienza rivoluzionaria che accadde nelle miniere della località di Arsia nella regione storica croata dell’Albona in quella che fu la prima insurrezione antifascista del mondo. L’occupazione imperialista del Regno d’Italia sui territori Istriani dopo la vittoria nella prima guerra mondiale portò con se nuovi affari per i capitalisti italiani. Già prima della marcia su roma, i fascisti al soldo dei padroni delle miniere di Arsia in Istria, iniziarono le loro azioni di squadrismo ai danni dei sindacati e dell’associazionismo operaio, in risposta la classe operaia delle miniere si mobilitò con lo sciopero generale che coinvolse 2000 minatori di numerose etnie: croati, sloveni, italiani, tedeschi, cechi, slovacchi, polacchi e ungheresi. Lo sciopero che vide il suo piu importante esponente nel socialista italiano Giovanni Pippan fu immediatamente esposto alla violenza fascista, Pippan venne sequestrato e picchiato selvaggiamente e ciò accese nei minatori la rabbia e l’agitazione e le miniere furono presto occupate. Il 3 Marzo al motto di “Kova je nasa” “La miniera è nostra”, i minatori decisero l’occupazione delle miniere dell’Arsia e, grazie al contributo dei contadini locali, organizzarono presto le guardie rosse in difesa delle occupazioni. Il 7 Marzo il proletariato dell’Arsia proclamò dunque la Repubblica di Albona dove si sperimentò l’autogestione degli impianti minerari e delle campagne. Resistette agli attacchi dello stato italiano per poco più di un mese ma rimase per sempre incisa nella storia.
Da questa esperienza come giovani comunisti dobbiamo imparare l’importanza dell’azione comune, del rigetto del disfattismo e dell’opportunismo, l’imprescindibile supporto internazionale delle lotte proletarie e l’importanza di un analisi antifascista rivoluzionaria che vede nell’antifascismo anche la lotta contro il capitalismo che oggi si dimostra sempre più violento ed egemonico.
Spezziamo le catene, organizziamoci!
Budućnost je naša! Su benidore est nostru! Il futuro è nostro!