25 Aprile, 79° anniversario della liberazione dell’Italia dai nazifascisti, non è stato il solito 25 Aprile.
Si è scesi in piazza in un clima sempre più teso, contro il fascismo che non è mai stato sradicato completamente, che ancora oggi minaccia le nostre vite, e che ha mutato di nome mantenendo le sue tipiche caratteristiche imperialistiche, colonialiste, razziste e che si manifestano oggi nel mondo intero dalla nostra Terra fino alla Palestina.
Come la nostra isola fu colonizzata sfruttata e repressa sempre di più sotto il ventennio fascista, siamo scesi in piazza contro l’occupazione militare Italiana e NATO che ha rubato ai Sardi immense riserve naturalistiche di importantissimo valore storico regalandoci un futuro di inquinamento e morte.
Siamo scesi in piazza per condannare la presenza sulla nostra terra dei CPR, Centri di Permanenza per i Rimpatri, che definiamo in modo deciso essere veri e propri lager dove chi vi è rinchiuso ha l’unica colpa di non avere il giusto documento, di essere povero e costretto a emigrare.
Siamo scesi in piazza per condannare con fermezza la criminalizzazione dell’antifascismo militante e portare la nostra solidarietà alla nostra compagna Ilaria Salis, oggi prigioniera nelle carceri fasciste ungheresi di Orban con il beneplacito del governo Meloni.
Siamo scesi in piazza per portare la voce di chi lotta per la propria Terra, di chi è morto nella lotta al colonialismo fascista, di chi oggi combatte contro le stesse dinamiche coloniali e genocide.
Siamo scesi in piazza per resistere alla violenza di stato e alla violenza neofascista che anche nella nostra città si fa sempre più frequente e incontrastata.
Ci siamo ripresi il nostro 25 Aprile, contro le guerre imperialiste, contro il genocidio, contro la violenza di Stato.
RESISTENTZIA!